sabato 25 aprile 2020

PEDAGOGIA

L'EDUCAZIONE COME DIRITTO: il progetto Filangeri

Pensatore (Napoli 1752-Vico Equense 1788). 
 Discendente da antica e nobile famiglia, lasciò (1769) la carriera militare e conseguì la laurea in legge. Dal 1777 fu gentiluomo di camera di Ferdinando IV e ufficiale di marina fino al 1783, quando si ritirò a Cava dei Tirreni per attendere alla sua opera fondamentale, la Scienza della legislazione edita nel 1780 ma già abbozzata dal 1775 ca. L'opera è animata dall'intento di formulare un quadro di leggi assolute atte a garantire la perfetta convivenza sociale, pur nel riconoscimento che il diverso stato delle nazioni esige un loro continuo riadattamento e specificazione. Particolarmente interessante è il IV libro dedicato alla legislazione scolastica e alla pedagogia. Motivo fondamentale è che il progresso del popolo è legato alla diffusione dell'istruzione, assunta come fondamento della virtù e felicità dei popoli. L'istruzione doveva però essere impartita in modo differenziato secondo le diverse classi sociali: a questo proposito, Filangieri giunse a proporre l'istituzione di una “cassa di educazione” per favorire gli studi di coloro che, pur appartenendo alle classi povere, dimostrassero ingegno. In politica economica propugnò l'abolizione dei privilegi feudali ed ecclesiastici per combattere il pauperismo. Indicò come fonti di ricchezza l'agricoltura, le arti e il commercio.

LA RIFORMA

  • Secondo l'autore, tutti dovevano possedere un'educazione: era duanque a favore dell'introduzione della scuola pubblica. Ognuno aveva il diritto di ricevere un'educazione quanto meno basilare e se poi si fosse trovato nelle condizioni adatte dal punto di vista economico avrebbe potuto accedere ad un gradino più elevato. Ma la prima forma di educazione doveva essere accessibile ed obblicatoria a tutti. Poneva però una distinzionie tra ricchi e poveri, anche nel contesto elementare, in quanto nella sua ottica era più realista: dopotutto era così anche sul piano politico, e ricordiamo come politica ed istruzione erano legate nella sua ottica. I più ricchi andavano a scuola in collegi privati, mentre i più poveri nelle scuole diurne a carico dello Stato.  
Una volta adempito all'obbligo scolastico, si passava all'educazione dei costumi, poiché era convinto che solo con la trasformazione complessiva della moralità pubblica avrebbe potuto nascere una nuova idea di cittadinanza. L'importanza di questo passaggio non era attribuita alla religione ma alle leggi. Per chi lo desiderasse, c'era infine l'istruzione pubblica, che comprendeva le università, le accademie delle belle arti e la stampa, per favorire la nascita di scoperte scientifiche e la loro divulgazione

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