domenica 26 aprile 2020

COMPITI DI PSICOLOGIA

DOMANDE PAGINA 192

1
Gli effetti più dannosi e dolorosi per il soggetto che ha subito violenza sono l'atroce condizioni di dover mantenere il segreto, spesso ottenuto attraverso minacce e ricatti, e la distorsione del rapporto con l'adulto che esercita l'abuso fisico, che lo maschera e mistifica agli occhi del minore come atto di "affetto" e "protezione".

2
I bambini possono vivere in condizioni di disagio e malessere altamente distruttive all'interno della cosiddetta famiglia maltrattante, intesa come luogo in cui si attuano non solo violenze fisiche, ma anche psicologiche, o dove si creano situazioni di trascuratezza e abbandono nei confronti del bambino stesso: detto in altri termini, dove si annida la più scura minaccia psicologica per il minore, l'indifferenza.

3
Più complesso invece individuare le situazioni di maltrattamento psicologico o di incuria affettiva: in questi casi solo un'attenta osservazione del soggetto e delle sue difficoltà relazionali può essere rivelatrice degli ambiti familiari distruttivi in cui il minore vive. Gli esiti psicologici del maltrattamento dell'incuria sono frequenti , Ma non necessariamente si evidenziano subito. Alcune conseguenze della violenza psicologica possono essere l'aggressività, la depressione, o difficoltà dell'inserimento scolastico.

4
La psicoterapia familiare prevede incontri tra uno o più psicoterapeuti e l'intera famiglia: attraverso una serie di tecniche specifiche si aiuta l'intero nucleo familiare a rileggere la propria storia evolutiva e a evidenziarne i nodi problematici, nel tentativo di superarli. La psicologia che si occupa delle famiglie si basa su alcune tesi fondamentali: la famiglia è un sistema interattivo; ogni comportamento individuale viene letto e interpretato come funzione della relazione tra i componenti del nucleo familiare; il sintomo è un'espressione di organizzazione disfunzionale.

5
Gregory Bateson A cui si devono importanti studi sulla schizofrenia, chiama doppio legame un tipo di interazione in cui uno dei due interlocutori è esposto a messaggi contraddittori da parte dell'altro. Ciò genera effetti sul comportamento della persona, compromettendone l'equilibrio.

COMPITI DI PSICOLOGIA

DOMANDE PAGINA 188

1
Alcuni studi sociologici mettono in luce che l'emancipazione femminile e la crescita di autonomia delle donne sono elementi fortemente correlati all'aumento di separazione divorzi.

2
L'idea principale del processo di mediazione familiare è che è una terza persona, componente e neutrale, il mediatore appunto, posso aiutare le famiglie ad affrontare una separazione. L'obiettivo del mediatore consiste nel prevenire il più possibile conflitti e di sentimenti, e nelle illudere a frequenti guerre giudiziarie.
Oggi la famiglia può contare sulle forme di sostegno fornite dalle reti sociali, ovvero dei gruppi di persone che si rendono disponibili a dare aiuto psicologico, consigli o collaborazioni attive in modo regolare e informale.

3
Il conflitto riveste una funzione fondamentale per lo sviluppo individuale, poiché innesca processi cognitivi ed evolutivi. Anche all'interno della famiglia il conflitto non deve essere visto necessariamente come un aspetto negativo, ma piuttosto come un elemento fisiologico, che nasce dall'interazione tra i diversi membri che presentano caratteristiche, esigenze, idee, obiettivi differenti.

4
Le famiglie possono essere inquadrate a seconda della posizione che occupano su due variabili: il grado di coesione familiare e il grado di adattamento alle situazioni e alle vicende all'interno e al di fuori della famiglia. Si sviluppano così le famiglie bilanciate, le famiglie con difficoltà di conduzione familiare, le famiglie poco organizzate e infine le famiglie gravemente disfunzionali.

5
Le famiglie poco organizzate non riescono a fornire ai loro componenti sicurezza e appoggio, con conseguenze negative soprattutto per i bambini. Sull'asse della coesione invece le famiglie i cui componenti tra loro molto differenziati, hanno legami affettivi relativamente precari sono collocate a un estremo (minima coesione familiare); in nuclei familiari di questo tipo, nei momenti più difficili tendono a ricorrere a soluzioni autonome.

COMPITI DI PSICOLOGIA

DOMANDE PAGINA 182

1
Il processo di crescita dei bambini si compie attraverso il susseguirsi di varie tappe educative che, per la loro natura, espongono spesso la famiglia e i suoi componenti a momenti critici. Tali momenti sono detti normativi, in quanto ritenuti fisiologici e necessari per lo sviluppo stesso.

2
Le tappe principali del ciclo evolutivo familiare sono le seguenti: la costruzione da parte di due persone di un'identità di coppia, con la decisione di convivere, spesso suggellata da un matrimonio; l'attesa e poi la nascita dei figli con l'assunzione di responsabilità parentali, l'infanzia e l'adolescenza dei figli; l'invecchiamento dei genitori e la necessità di sostenerli progressivamente affrontando insieme la malattia e la morte; e cercare di accrescere l'autonomia dei propri figli.

3
Il matrimonio rappresenta il contratto sociale attraverso cui una coppia diventa visibile e tutela i propri diritti e doveri. Tale vincolo viene oggi messo in discussione dalla diffusione di un fenomeno molto rilevante e controverso sia dal punto di vista politico sia giuridico: le coppie di fatto, ovvero le unioni caratterizzate dalla scelta della sola convivenza.

4
Con l'arrivo del primo figlio marito e moglie affrontano uno ulteriore, sostanziale cambiamento, cominciando a sperimentare la propria capacità di gestire la nuova micro organizzazione sociale per i bisogno del nuovo arrivato.
Può succedere, che uno o entrambi i partner, si dimostrino incapaci di sostenere il peso della nuova responsabilità, mettendo in atto modalità di fuga tipicamente adolescenziali. In alcuni casi può insorgere una sofferenza psichica peculiare della madre: la depressione post partum, ovvero una condizione depressiva profonda nelle settimane successive alla nascita del figlio.

sabato 25 aprile 2020

PEDAGOGIA

IMMANUEL KANT
I primi interessi kantiani sono di interesse fisico-naturalistico. Dai primi anni sessanta diventa sempre più evidente la sua attenzione verso la metafisica e la filosofia morale, coronata nel 1770 con il conseguimento dell’ordinariato di logica e metafisica.
Negli anni settanta inizierà a tenere anche corsi di pedagogia, obbligatori per i docenti del sistema accademico prussiano.

L’ultimo decennio di insegnamento è segnato dalla censura per l’opera “la religione entro i limiti della semplice ragione” e dalla diffusione dell’Idealismo derivato dalle sue dottrine che Kant combatte inutilmente come fraintendimento del proprio pensiero.
In seguito lascia l’insegnamento e continua a scrivere e pubblicare, ma la sua mente si offusca. Tra il 1800 e l’anno della sua morte, il 1804, perde la vista, la lucidità e la memoria. Viene assistito dai suoi allievi e viene pubblicato la “pedagogia” nel 1803.


LA PEDAGOGIA DI KANT

La “pedagogia” si organizza in suddivisioni come guida alla lettura del pensiero kantiano: l’Introduzione, dedicata ai problemi di pedagogia generale; l’Educazione fisica o naturale, che comprende la dimensione strettamente fisica ma anche quella intellettuale; Educazione pratica o morale, riferita alla abilità, alla sagacia e alla moralità in senso stretto.
Nell’introduzione Kant indica nell’educazione un esigenza primaria dell’uomo: egli diviene ciò che l’educazione lo fa. È un cammino che prosegue di generazione in generazione fino al compimento ideale della realizzazione piena dell’umanità. L’educazione provvede a questo con lo sviluppo delle potenzialità umane e l’aggiunta di nuove conoscenze.
Kant individua nella natura dell’uomo un’animalità istintuale che deve essere disciplinata dall’esterno per poi sottomettersi alla ragione.
La disciplina ha il compito negativo di sottomettere gli istinti, mentre l’istruzione ha il compito positivo di insegnare a pensare e raggiungere i propri scopi. La formazione pratica provvede allo sviluppo dell’accortezza e della moralità.


PEDAGOGIA

L'EDUCAZIONE COME DIRITTO: il progetto Filangeri

Pensatore (Napoli 1752-Vico Equense 1788). 
 Discendente da antica e nobile famiglia, lasciò (1769) la carriera militare e conseguì la laurea in legge. Dal 1777 fu gentiluomo di camera di Ferdinando IV e ufficiale di marina fino al 1783, quando si ritirò a Cava dei Tirreni per attendere alla sua opera fondamentale, la Scienza della legislazione edita nel 1780 ma già abbozzata dal 1775 ca. L'opera è animata dall'intento di formulare un quadro di leggi assolute atte a garantire la perfetta convivenza sociale, pur nel riconoscimento che il diverso stato delle nazioni esige un loro continuo riadattamento e specificazione. Particolarmente interessante è il IV libro dedicato alla legislazione scolastica e alla pedagogia. Motivo fondamentale è che il progresso del popolo è legato alla diffusione dell'istruzione, assunta come fondamento della virtù e felicità dei popoli. L'istruzione doveva però essere impartita in modo differenziato secondo le diverse classi sociali: a questo proposito, Filangieri giunse a proporre l'istituzione di una “cassa di educazione” per favorire gli studi di coloro che, pur appartenendo alle classi povere, dimostrassero ingegno. In politica economica propugnò l'abolizione dei privilegi feudali ed ecclesiastici per combattere il pauperismo. Indicò come fonti di ricchezza l'agricoltura, le arti e il commercio.

LA RIFORMA

  • Secondo l'autore, tutti dovevano possedere un'educazione: era duanque a favore dell'introduzione della scuola pubblica. Ognuno aveva il diritto di ricevere un'educazione quanto meno basilare e se poi si fosse trovato nelle condizioni adatte dal punto di vista economico avrebbe potuto accedere ad un gradino più elevato. Ma la prima forma di educazione doveva essere accessibile ed obblicatoria a tutti. Poneva però una distinzionie tra ricchi e poveri, anche nel contesto elementare, in quanto nella sua ottica era più realista: dopotutto era così anche sul piano politico, e ricordiamo come politica ed istruzione erano legate nella sua ottica. I più ricchi andavano a scuola in collegi privati, mentre i più poveri nelle scuole diurne a carico dello Stato.  
Una volta adempito all'obbligo scolastico, si passava all'educazione dei costumi, poiché era convinto che solo con la trasformazione complessiva della moralità pubblica avrebbe potuto nascere una nuova idea di cittadinanza. L'importanza di questo passaggio non era attribuita alla religione ma alle leggi. Per chi lo desiderasse, c'era infine l'istruzione pubblica, che comprendeva le università, le accademie delle belle arti e la stampa, per favorire la nascita di scoperte scientifiche e la loro divulgazione

PEDAGOGIA

IL DIBATTITO SULL'ISTITUZIONE POPOLARE NELL'EUROPA DEL DICIOTTESIMO SECOLO

Il secolo del Settecento, durante il quale si sviluppò il fenomeno dell'illuminismo, ebbe un ruolo fondamentale per la diffusione dell'istruzione pubblica grazie alla nuova concezione di ragione, strumento cognitivoe fondamenta del principio illuminista.
Nonostante la generazione di nuovi ideali, alla mentalità comune era ancora radicata l'idea che fosse pericolosa  diffondere l'istruzione incondizionatamente: si temeva infatti che potessero essere eliminate tutte le professioni agricole, che di fatto mandavano avanti l'economia. Per questo motivo, la diffusione dell'istruzione pubblica fu attuata con estrema cautela. Per portare questo preconcetto fu utile l'intervento di filosofi come Diderot e Montesquieu. Più specificatamente Diderot, ad esempio, sosteneva che la diffusione dell'istruzione sarebbe andata a sfavorire il settore agricolo: un contadino istruito è meno facilmente opprimibile da altri e la sua professione è da svolgersi in massima tranquillità. Ancora, Montesquieu trovava il popolo istruito incontrollabile, e in quanto tale assolutamente negativo: l'istruzione deve essere limitata.  Erano invece gli economisti come Adam Smith a cercare di diffondere l'istruzione pubblica: nel suo libro famosissimo la ricchezza delle nazioni, afferma come se le nazioni volessero far crescere la loro economia era necessario che i giovani venissero istruiti.


martedì 21 aprile 2020

COMPITI DI SOCIOLOGIA

ANALISI DEL TESTO

Gli stadi ell'istituzionalizzazione del potere 

-Il processo di istituzionalizzazione fa sì che il potere:
c) non coincida più con una singola persona ma con una funzione sociale

Dalla devianza individuale alla devianza organizzata

1) Il significato implicito della parola "criminale" si differenzia dalla sua definizione quando:
a) disegna tutti gli aspetti di una persona, non solo quello che si è manifestato effettivamente "criminale"

2) Un individuo deviante in qualche suo aspetto lo diventerà facilmente in tutti gli altri perchè:
b) le etichtte degli altri lo emargineranno e gli impediscono comportamenti non devianti.

3) qual è il naturale esito della vita di un individuo etichettato come deviante?
a) entrare a fare parte di un gruppo deviante organizzato

COMPITI DI SOCIOLOGIA

VERIFICA PAGINA 227

1) La moda è: 
- un mutamento culturale

2) Quali sono le due cause più frequenti dei conflitti, oltre alla divergenza di obiettivi?
- scarsità di risorse e norme ambigue

3) Il termine devianza, utilizzato in socioligia:
-significa devianza da una norma condivisa e non ha valore assoluto

4) Un individuo "stigmatizzato" è un individuo che:
-agli occhi della società potrebbe deviare in ogni momento

5) Il controllo sociale formale è costituito da:
-istituzioni quali la polizia, tribunali, carceri

APPRENDI IL LESSICO

-Comportamento collettivo: effettuato quando un insieme di indivdui agisce e ha degli effetti sulla società senza far affidamento su un sistema codificato di ruoli e posizioni, esso avviene in un contesto sociale.

-Carriera deviante: ripetizione perpetua da parte di un individuo nel commettere atti di devianza

-Stigmatizzazione: identificazione come criminale o trasgressore, da parte della società, nei confronti di un individuo il quale precedentemente ha deviato la norma sociale.

STABILISCI I COLLEGAMENTI

- norme sociali 
1) pluralità dei sistemi normativi
 -disapprovazione sociale
2) norme condivise dalla maggioranza
3) comportamenti non conformi
-devianza  - criminalità: sanzioni formali stabilite per la legge
-conflitto sociale



lunedì 20 aprile 2020

COMPITI DI PEDAGOGIA


 VERIFICA PAGINA 213

1. Il motto del filosofo tedesco Kant sapere aude significa:
- “osa sapere”, ovvero “abbi il coraggio di sapere, di farti una cultura”.

2 L’opera di Kant sull’Illuminismo si intitola:
- risposta alla domanda: che cos’è l’Illuminismo?

3 Nella seconda metà del ‘700 il dibattito sull’istruzione cominciò ad acquisire valenza:
- scientifica. 

4 Il giurista italiano Filangieri riteneva che:
- per fondare un sistema scolastico adeguato fosse necessario istituire scuole pubbliche, gratuite, e uguali per tutti, ricchi e poveri.

5 La diffusione degli ideali illuministici ebbe come effetto nel campo dell’istruzione:
- l’istituzione dell’obbligo scolastico per tutti bambini.



APPRENDI IL LESSICO

-Educazione “fisica”: È l’educazione che l’uomo ha in comune con gli animali, ossia l’ ammaestramento. 

-Educazione “pratico-morale”: È educazione che riguarda la cultura e che insegna all’uomo a vivere con un ente libero.

-Tribunale della ragione: Ente di invenzione kantiana al quale viene sottoposto ogni momento della vita e dell’attività umana.



STABILISCI I COLLEGAMENTI

Il fine dell’educazione è la formazione morale dell’individuo. La moralità si consegue quando non vi è costrizione esterna: un atto è morale solo se è libero. Essere liberi significa saper usare autonomamente la ragione. La ragione da leggi universali cui ci si deve conformare: la moralità è perciò la libera adesione al dovere. L’educazione ha dunque come fine la capacità di conformarsi liberamente al dovere.



COSTRISCI L'ARGOMENTAZIONE

B-1 

Secondo Kant e l’educazione del bambino deve procedere per tappe progressive, seguendo i ritmi naturali di crescita, senza forzarli: nella prima infanzia devono essere favorite le attività ludiche e le prime attività scolastiche.

D-2 

Solo in seguito si passa all’educazione delle facoltà cognitive vere proprie; quelle inferiori (sensi, immaginazione e memoria) e quelle superiori (intelletto, ragione e giudizio).

E-3 

La cultura fisica, che per Kant a che fare con l’attività dell’intelletto, non è però il solo obiettivo dell’educazione.

C-4 

Per Kant è di primaria importanza l’educazione morale, che mira a insegnare la differenza tra bene e male e non si impartisce promettendo premi o minacciando punizioni, ma facendo leva sul desiderio interiore di conformarsi a ciò che è bene.

A-5

La moralità non coincide infatti con una condotta esteriormente corretta, ma con l’intima adesione della volontà dell’individuo alla legge morale universale.

COMPITI DI PEDAGOGIA

VERIFICA PAGINA 199-200

1) L'opera pedagogica più importante di Rosseau è:
-l'Emilio, pubblicato mel 1762

2) Secondo Rosseau, lo stato di natura è:
-una condizione originaria puramente ipotetica

3) Nella concezione di Rosseau, l'uomo è:
- naturalmente buono

4)Rosseau afferma che lo sviluppo del bambino:
-segue un rittmo fisiologico che deve essere rispettato

5)Il fine dell'educazione secondo Roseau, quello di:
-preparare i giovani a occupare un ruolo che compete loro nella società, in relazione alla loro futura professione


Età dell’utile: Il periodo dell’esistenza umana connotato dal passaggio dall’apprendimento attraverso i sensi all’apprendimento intellettuale vere proprio.

Teorie sensistiche: Teorie secondo cui tra la nascita e i due anni il bambino vive uno stato di sensibilità indifferenziata.

Educazione indiretta (o negativa): Tipologia di educazione che non si basa sull’imposizione di un modello al quale un allievo deve aderire, bensì si tratta di un metodo che valorizza l’esperienza dell’allievo, rendendolo autonomo.




Libro I (0-6 anni): Questa fase richiede cure neonatali della prima infanzia; la madre un volo fondamentale anche nell’apprendimento del linguaggio.

Libro II (6-11 anni): Questa fase è detta fanciullezza; si prescrive la vita alla riaperta e la conoscenza attraverso le esperienze sensoriali; il maestro un ruolo decisivo nell’educazione.

Libro III (12-15 anni): Questa fase è detta età dell’utile e corrisponde ai primi apprendimenti intellettuali; persiste l’educazione indiretta da parte del maestro che sollecita le curiosità e gli interessi del ragazzo.

Libro IV (15-18 anni): Questa fase è detta seconda nascita; all’inizio dell’età adulta in cui si impartisce l’educazione sessuale, morale e religiosa; è caratterizzata dall’autonomia di pensiero; rafforzamento dell’amore di sé. 

Libro V (19-25 anni): Questa fase è deputata alla scelta della sposa (Sofia), in relazione alle qualità femminili; saggezza; grazia e moderata cura di sé; buon carattere; amorevolezza e cura verso i figli la casa.




C-1 

Nel 1762 russo pubblico l’Emilio, opera in cui criticava i modelli educativi tradizionali, e conseguentemente la concezione pedagogica cristiana, che metteva al centro la formazione religiosa del fanciullo.

D-2 

In uno scritto del 1763 Gerdil ribadì invece che l’istruzione religiosa era la base di ogni altro apprendimento e si apprestò a controbattere alle tesi dell’Emilio.

E-3

Contro questa proposta utopistica e rischiosa, Gerdil ribadiva il ruolo essenziale dei collegi tradizionali, in cui si affidavano i giovani a persone esperte e la usi consolidati.

A-4

L’uomo non è in grado di fare da solo un buon uso dei sensi, affermava Gerdil contro Rousseau, perché questi lo indirizzano naturalmente verso il peccato: solo la religione può insegnare la moderazione e la ragionevolezza.

B-5

Un altro grave errore di Rousseau 

 consiste nella scelta di educare il fanciullo in solitudine, scelta dannosa perché impedisce al ragazzo di inserirsi nella società, rendendolo di fatto un emarginato.

COMPITI DI PSICOLOGIA

Domande pagina 197

 LA FAMIGLIA

-La famiglia ha smesso di essere l'unico modello di famiglia con il passare del tempo, pochè in base al concetto geografico, culturale e sociale, si sono iniziate a creare varie tipologie di famiglia.

-Dimensione individuale e dimensione collettiva coesistono all'interno di un gruppo familiare perchè è corretto che la dimensione collettiva della famiglia sia quella di possedere obiettivi e bisogni comuni, ma è altrettanto corretto dire che all'interno del gruppo familiare ogni membro abbia scopi personali da proseguire in autonomia e non in collettività.

-La famiglia patriarcale differisce in molti aspetti da quella mononucleare di oggi. La prima infatti era composta da più nuclei i quali convivevano all'interno della stessa casa, generando così una struttura allargata con membri di fascia d'età differente. La seconda, dal punto di vista odierno, è composta da due o al massimo tre membri familiari. Per esempio una coppia con un unico figlio, madre e figlio oppure padre e figlio.

COMPITI DI PSICOLOGIA

VERIFICA PAGINA 193

1) Oggi gli psicologi sostengono che per denominare "famiglia un gruppo di individui, questo deve poter garantire:
d) coesione interna tra i membri e nel contempo autonomia di ciascun membro 

2) Durante lo sviluppo di una famiglia, i momenti critici sono definibili come:
a) normativi (fisiologici, ossia tappe dello sviluppo stesso) e paranormativi ( imprevedibili, come decessi, malattie ecc..)

APPRENDI IL LESSICO

-Matrimonio: rappresenta il contratto sociale attraverso cui una coppia diventa visibile e tutela nei propri diritti e doveri.

-Unione civile: forme di convivenza di coppia basata su vincoli affettivi, alla quale la legge riconosce con un istituto giuridico

-Teoria del doppio legame: Gregoty Bateson chiama "doppio legame" un tipo di interazione in cui uno dei due interlocutori è esposto a messaggi contradditori da parte dell'altro.

PSICOLOGIA

IL COMPORTAMENTO MALVAGIO SECONDO MILIGRAM  Nel 1970 un team di ricercatori diretto dal professor Philip Zimbardo della Stanford Un...