martedì 24 settembre 2019

SOCIOLOGIA


L'INTERAZIONE E LA RELAZIONE SOCIALE


Le relazioni umane avvengono in un contesto di regole e condizioni, definibile strutturato. Gli individui con cui interagiamo entrano in contatto con noi perché ci troviamo all’interno di strutture sociali che determinano, favoriscono e condizionano i nostri rapporti, le interazioni, quindi, non sono libere; la società non è un caos indistinto ma è strutturata e articolata in gruppi e organizzazioni, la sociologia studia il carattere strutturato della società, nelle sue articolazioni.
Dall’azione distinta e scoordinata degli individui, nascono delle forme sociali ben strutturate. Essendo l’azione sociale un comportamento che avviene in riferimento ad altri individui, normalmente genera l’interazione e la relazione, ovvero un sistema di azione-reazione tra individui, nel quale è essenziale la reciprocità. L’intera società è fatta di interazioni tra individui, gruppi e organizzazioni.
Ogni azione attuata anche da sconosciuti può condizionarci, se l’interazione diventa durevole nel tempo, dà vita alla relazione sociale, un rapporto più strutturato nel quale i comportamenti degli individui si influenzano reciprocamente: con la ripetizione o il prolungamento nel tempo, infatti, gli individui vengono coinvolti in una specie di legame, nel quale il modo di comportarsi non è più casuale ma sottomesso a delle attese, strutturandosi in questo modo.



SOCIOLOGIA


L'AZIONE SOCIALE

L’agire sociale può essere orientato in vista dell’atteggiamento passato, presente, o previsto come futuro, di altri individui. Gli “altri” possono essere individui singoli oppure una molteplicità indeterminata di persone ignote.

La teoria dell’agire sociale proposta da Max Weber suscita anche in interessanti considerazioni su concetti come la modernità.
L’idea di “agire sociale” è centrale, in Weber, per la definizione della stessa sociologia. Secondo il pensatore, infatti, tale disciplina deve essere in grado di comprendere e spiegarne il senso dell’agire sociale. Secondo Weber non è detto che ogni tipo di agire debba intendersi come un agire sociale. Rientra in questa categoria, infatti, solo un comportamento umano riferito all’atteggiamento di altri individui. Esempio: sedere quando si è stanchi o mangiare quando si ha fame non sono atteggiamenti legati alla relazione sociale. Chi lo fa obbedisce a necessità fisiologiche e non ad aspettative, ruoli o circostanze imposte dalla società.
Al contrario, insegnare in un’aula rientra pienamente nella categoria dell’agire sociale. Tale comportamento, infatti, è motivato da proprie aspettative riguardanti il comportamento altrui: del datore di lavoro che dovrà corrispondere lo stipendio, degli studenti che si aspettano di imparare, o semplicemente della società che ci ha assegnato il ruolo di insegnante.











domenica 22 settembre 2019

PEDAGOGIA


I Gesuiti

I Gesuiti nascono con una forte impronta gerarchica, si definiscono milites Christi forse a causa delle origini del loro fondatore Ignazio di Loyola. In numerose parti del mondo i Gesuiti operano in direzione missionaria e evangelizzatrice. Nel Settecento l'ordine venne sciolto perché i sovrani europei vedevano nei loro collegi un ostacolo al proprio assolutismo (fu rifondato poi nel 1814, in pieno clima di restaurazione cattolica).

Ignazio di Loyola

Nobile soldato spagnolo, Ignazio di Loyola credeva che la difesa della Chiesa contro le eresie dovesse essere affidata alle classi dominanti e occorreva quindi un’adeguata formazione dei giovani religiosi in appositi collegi. Il primo di questi venne fondato nel 1540, quando il papa approvò la regola della Compagnia di Gesù. Otto anni dopo, a Messina, nasce il primo collegio aperto anche ai laici. Ebbe così inizio la grande tradizione della scuola gesuitica.
La Ratio studiorum

Con il titolo di Ratio Atque Institutio Studiorum i Gesuiti elaborarono e pubblicarono i modi, le forme, le strutture, i regolamenti del loro progetto educativo. Gli elementi portanti della Ratio Studiorum non erano nuovi: si ispiravano piuttosto all'ordinamento dei collegi parigini con la prevalenza degli studi letterari, del commento dei classici, e del lavoro a piccoli gruppi con verifiche e valutazioni frequenti. Ma molto attenta è anche sul piano dell’organizzazione pratica: la divisione in classi, l’orario, i voti le attività didattiche e di studio sono rigorosamente programmate e controllate.




PEDAGOGIA

LA RIFORMA PROTESTANTE

La Riforma fu un vasto movimento religioso, che ebbe origine in Germania e che poi si diffuse ampiamente in Europa. Le cause di essa furono numerose. La prima e la più importante fu la decadenza religiosa e morale del clero.
I vasti possessi territoriali e le grandi ricchezze della Chiesa in Europa suscitavano sentimenti di invidia ed il vivo desiderio di appropriarsene. La causa occasionale del movimento della Riforma ebbe origine dalla questione delle indulgenze. La Chiesa concedeva l'indulgenza, cioè rimetteva almeno in parte la pena temporale, a coloro che avessero fatto delle offerte in favore di opere pie.
Un monaco agostiniano, Martin Lutero, protestò contro il traffico delle indulgenze e affisse sulla porta della cattedrale di Wittenberg le sue 95 Tesi contro le indulgenze cioè argomenti per confutare la legittimità delle indulgenze. Il papa lo scomunicò; Lutero rispose bruciando sulla pubblica piazza la Bolla pontificia.

LA RIFORMA CATTOLICA

In una ventina d'anni la Riforma aveva conquistato più della metà della Germania ed una piccola parte dell'Europa. La Chiesa Cattolica rispose alla Riforma con un vasto moto di rinnovamento che viene indicato con il nome di Controriforma.
Bisognava riportare la Chiesa alla purezza primitiva e al suo alto compito di autentica guida del mondo cristiano. Per raggiungere lo scopo era necessario un Concilio universale: dopo molte esitazioni il papa prese nel 1545 la decisione di convocarlo nella città di Trento. Il concilio di Trento cercò di risolvere:
  1. La conciliazione tra cattolici e protestanti per ricostruire l'unità della Chiesa;
  2. La definizione della dottrina cattolica;
  3. Il rinnovamento della disciplina e dei costumi della Chiesa
Divenne definitiva la scissione tra un'Europa cattolica ed un'Europa protestante.



sabato 21 settembre 2019

PSICOLOGIA


LA TEORIA SESSUALE E LO STUDIO DELLE NEVROSI

Freud usa il termine "libido" per indicare una forza vitale che tende ad esprimersi in desideri che premono per essere soddisfatti e la cui soddisfazione genera piacere.
Freud perciò ritiene che la sessualità sia il carattere fondamentale della vita psichica sin dalla prima infanzia.
Freuddistingue tre successivi fasi di svolgimento della sessualità: orale, anale e genitale.
Egli afferma anche la presenza di due
pulsioni contrapposte, sessuali e distruttive.
Le
nevrosi sono il risultato del conflitto tra l’lo e la sessualità. Tutta la nostra attività psichica è regolata dal principio del piacere. Rinunciare alla soddisfazione immediata può risultare inevitabile, per il principio di realtà. Le pulsioni sessuali che risultano inaccettabili per l’lo vengono allontanate dalla coscienza con la rimozione.
Il Super-io condanna i desideri proibiti e vuole la punizione del peccatore.
Freud critica l’eccessivo peso dato a imperativi e divieti e la scarsa attenzione per la felicità dell’uomo.



PSICOLOGIA

L'INTERPRETAZIONE DEI SOGNI

Secondo Freud, un metodo per accedere all’inconscio, oltre all’ipnosi, è il sogno.
Freud cerca di interpretarne il significato attraverso le libere associazioni.
I ricordi o le sensazioni rimosse dalla parte conscia della mente vengono censurate dall’io, in modo che non possano più riaffiorare e far soffrire. Da lì arrivano nel subconscio, dal quale non possono più uscire.
Tuttavia quando si dorme si allenta questa censura, sebbene non sparisca.
Quindi il contenuto del sogno, che è appunto il ricordo rimosso, non affiora nella sua natura originaria.
Il sogno è dunque un compromesso tra il contenuto inconscio, che vuole venir fuori, e l’io, che esercita il controllo sulla parte conscia.
Questo spiega perché i sogni, a prima vista, sono privi di senso: perché sono il frutto di un camuffamento.




PSICOLOGIA

LA PSICOANALISI E L'INCONSCIO

La psicoanalisi nasce nel 1899 quando Freud scrive "L'interpretazione dei sogni". In quest'opera Freud illustra tre diversi modi di utilizzare la psicoanalisi; innanzi tutto come metodo di indagine dell'inconscio; quindi come cura di alcune forme di malattia psichica e come psicoterapia.
Secondo Sigmund Freud la psiche di un soggetto non è dominata da processi consapevoli ma, soprattutto, da un’attività inconscia.
La mente dell’uomo è paragonabile ad un iceberg, in cui l’inconscio costituisce la struttura prevalente, mentre solo la punta visibile è rappresentata dal conscio.
Per portare alla consapevolezza il rimosso o l'inconscio, Freud inizialmente utilizzava l’ipnosi
Tuttavia si rese conto che era più conveniente utilizzare il metodo delle “associazioni libere. Tale tecnica consiste nel far rilassare il paziente il più possibile e farla abbandonare ai propri pensieri. In questo modo, è il paziente stesso ad “aiutare” il medico, poiché i pensieri sono attratti e si dirigono man mano verso il rimosso.





PSICOLOGIA

PSICOANALISI E SOCIETA'

Sigmund Freud nacque a Freiberg, in Moravia ( Repubblica Ceca), nel 1856, si trasferì con la famiglia a Vienna. Laureatosi in medicina, si dedicò alla psichiatria e trascorse un breve soggiorno a Parigi dove si interessò allo studio dei fenomeni isterici ncurati attraverso l’ipnosi.
Freud e altri medici cominciarono ad osservare i fenomeni isterici e i sintomi nevrotici (fobie varie, tosse nervosa, anoressia, ecc.) e a cercare metodi per curarli.
Ritornato a Vienna, divenne il collaboratore del medico Josef Breuer: quest’ultimo aveva notato che grazie all'ipnosi era possibile riuscire ad utilizzare il metodo come strumento per far ricordare al paziente degli episodi spiacevoli dimenticati, neutralizzando così la carica emotiva negativa connessa all’avvenimento, che continuava ad agire nel presente.
Sigmund Freud arrivò alla conclusione che, alla base dei sintomi nevrotici, non c’erano dei problemi organici ma un conflitto tra forze inconsce. Da tale scoperta nacque dunque la psicoanalisi ovvero lo studio dell’inconscio.
Nel 1938, con il nazismo Freud sarà costretto a lasciare Vienna e a trasferirsi a Londra. Solo un anno dopo morirà per via di un grave tumore alla gola.


PSICOLOGIA

IL COMPORTAMENTO MALVAGIO SECONDO MILIGRAM  Nel 1970 un team di ricercatori diretto dal professor Philip Zimbardo della Stanford Un...